
Quando il nostro cliente afferente al settore MedTech si è rivolto a noi, la posta in gioco era alta. Aveva già sviluppato un prototipo di dispositivo medicale, costruito il relativo macchinario e investito circa due milioni di euro. L’obiettivo era chiaro: entrare nel mercato statunitense e attrarre capitali per scalare. Tuttavia, come spesso accade nelle fasi pre-go-to-market, serviva una freedom to operate (FTO): una valutazione della libertà di operare senza violare diritti di proprietà intellettuale altrui.
Il risultato dell’FTO ha però dato risultati imprevisti: alcuni elementi chiave della soluzione risultavano già brevettati. Non da una multinazionale, ma da un singolo inventore, che per privacy (del nostro cliente) chiameremo John Smith. La sua invenzione condivideva uno dei principi fondamentali del macchinario del nostro committente, rendendo l’intera operazione potenzialmente a rischio.
A quel punto, l’intervento di Erre Quadro, con la sua attività di IP Intelligence e Strategic Analysis, è stato decisivo per trasformare il problema in un’opportunità.
John Smith, l’inventore… Imprenditore
L’analisi brevettuale condotta inizialmente aveva messo in luce un dato fondamentale: Smith non era un inventore occasionale. Aveva depositato più brevetti sulla stessa tecnologia, a dimostrazione di una competenza profonda e di una strategia ben delineata. Inoltre, a partire dal 2008, circa 10 di questi brevetti erano stati reissued — segno che c’era stato un cambio di assegnatario e una probabile acquisizione da parte di una nuova società. Approfondendo l’analisi, è emerso che i brevetti erano stati acquistati e ripubblicati da una grossa compagnia americana, diretto competitor del nostro cliente.
Figura 1: John Smith Patent Activity
Parallelamente, Smith aveva iniziato a brevettare una nuova generazione della stessa tecnologia. Tutto ciò non era una coincidenza: attraverso l’analisi incrociata di fonti eterogenee — database brevettuali, LinkedIn, registri finanziari, comunicati stampa e trademark — abbiamo scoperto che stava replicando esattamente quanto già fatto nel 2002: fondare una startup, trasferirvi la proprietà intellettuale, costruire un team, sviluppare un prototipo e portarlo sul mercato, per poi venderlo a una grande azienda. In sostanza, Smith era un anello diretto della catena del competitor.
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Prevedere il futuro… con i dati
A questo punto, la domanda era: “Quali saranno le prossime mosse di Smith?” Grazie all’analisi estensiva di dati non strutturati e multisorgente, Erre Quadro è riuscita non solo a ricostruire il passato dell’inventore, ma anche a prevedere con accuratezza il suo piano d’azione. Aveva già fondato una nuova società, assunto personale, depositato nuovi marchi e cercava attivamente fondi per sviluppare ulteriormente la tecnologia. Era evidente che stesse preparando un nuovo “pacchetto vendibile” da proporre, molto probabilmente, allo stesso grande competitor.
Questo quadro rendeva l’opzione di un accordo con Smith altamente improbabile: non solo per il rischio strategico, ma anche per il prezzo, che difficilmente avrebbe potuto essere competitivo rispetto a quello offerto da una multinazionale. L’idea di trattarlo come “piccolo inventore con cui negoziare” sarebbe stato, in sostanza, un grande errore. L’unica via percorribile era agire sul prodotto stesso per ridurre o eliminare ogni possibile violazione della proprietà intellettuale altrui.
E quindi… design around!
Grazie al nostro supporto, il cliente ha scelto la strada più sicura: il design around. Per annullare i rischi legali ed economici, ha deciso di ridefinire con noi le caratteristiche e funzionalità del prodotto, rendendolo non solo non in sovrapposizione con brevetti altrui, ma anche tecnologicamente superiore.
Durante il processo di riprogettazione, il team ha introdotto una serie di funzionalità innovative che non solo evitavano i brevetti di Smith, ma aggiungevano reale valore ingegneristico. Grazie a queste innovazioni, è stato possibile brevettare a propria volta queste nuove soluzioni, arricchendo il portafoglio IP del cliente. Questo ha permesso infine di presentarsi agli investitori non più solo con un prodotto “sicuro” ma con un’offerta tecnologicamente avanzata e protetta, accrescendo significativamente l’attrattività sul mercato.
Quando una minaccia diventa un’opportunità
Questa storia avveniva ormai dieci anni fa, e possiamo raccontarvi com’è finita. La nostra predizione era corretta: John Smith ha effettivamente rivenduto la tecnologia al principale competitor del nostro cliente. Ma a quel punto, il nostro cliente era già pronto. Aveva un prodotto nuovo, più competitivo, e soprattutto privo di rischi legali. Era in grado di affrontare il mercato americano con una soluzione brevettata e differenziata, capace di attirare investitori. E così è stato: grazie anche alla nuova proprietà intellettuale costruita durante il design around, il cliente ha ottenuto un finanziamento di due milioni di dollari per il lancio della startup sul mercato statunitense.
Il caso di Smith è emblematico. L’Innovazione di prodotto è un gioco di strategia, una partita che avviene su più tavoli: tecnologico, legale, competitivo e finanziario. E avere una visione trasversale, supportata da dati integrati e capaci di anticipare scenari futuri, fa la differenza tra un progetto che rischia di naufragare e uno che arriva sul mercato più forte di prima.
Perché in un mondo in cui l’innovazione corre veloce, non vince chi arriva per primo, ma chi sa dove stanno andando gli altri… e agisce prima che ci arrivino.
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