Due diligence e finanza: perché i brevetti hanno un ruolo strategico?

Cos’è la Due Diligence?

Che cosa c’entrano i brevetti con la finanza? Si potrebbe facilmente pensare che questi due mondi abbiano ben poco in comune. Mondi distanti? Certamente, ma ricchi di connessioni.
A pensarci bene, esiste un primo elemento di contatto fra queste due realtà, ed è legato al fatto che entrambe hanno a che fare con la dimensione “immateriale” del valore. Per i brevetti, da un lato, questa immaterialità è racchiusa in un know-how tecnico che si potrebbe ritenere (a torto) esclusivo appannaggio di esperti di tecnologia o inventori. Nella finanza, dall’altro lato, l’immateriale prende la forma del valore di scambio di beni e servizi.

In questo ciclo di tre articoli dedicati al mondo della finanza, esploreremo le diverse connessioni fra il mondo del credito e degli investimenti finanziari e i brevetti. In questo primo articolo, in particolare, ci concentreremo sul ruolo della proprietà industriale nella due diligence e sull’importanza dei brevetti nel supportare il processo decisionale delle banche e degli istituti finanziari.

Cos’è la Due Diligence?

La due diligence è un processo investigativo che viene attuato per analizzare il valore e le condizioni (economiche, strategiche, tecnologiche) di un’azienda prima di una decisione strategica, come un’acquisizione, una fusione o un investimento. Il termine, che letteralmente significa “diligenza dovuta,” si riferisce all’attenzione necessaria per prendere decisioni informate e consapevoli.

Questo processo si articola in diverse fasi, tra cui la revisione dei dati finanziari, legali, commerciali e operativi. In questo contesto, vengono analizzati i bilanci, la proprietà intellettuale (marchi e brevetti), i rischi fiscali nonché le dinamiche del mercato di riferimento con l’obiettivo di identificare opportunità e rischi, confermando o meno il valore percepito dell’azienda.

Quando la lente della finanza passa sulle competenze tecnologiche di un’azienda?

La due diligence è cruciale non solo per proteggere l’investitore o l’acquirente, ma anche per costruire una strategia post-acquisizione solida, riducendo al minimo sorprese e imprevisti.
I fondi di venture capital, di private equity, e gli investitori in generale, si avvalgono spesso della valutazione del “know-how tecnologico” detenuto dalle aziende “target” per qualificare approfonditamente un’opportunità di investimento, i suoi rischi ed il potenziale rendimento. Chi fa parte del gioco lo sa, e le aziende che sono in cerca di investitori fanno di tutto per mostrare il meglio di sé ed affrontare in forma smagliante questa fase di valutazione.
Questo le spinge spesso a offrire agli investitori prova della forza e delle potenzialità di sfruttamento economico dei propri assets, inclusi i titoli di proprietà industriale e le tecnologie possedute in generale.

Fanno parte della prova le valutazioni sulla producibilità di un’invenzione, sulla sua effettiva capacità di raggiungere il mercato senza infrangere titoli di proprietà industriale altrui e sulla presenza di soluzioni tecniche alternative in grado di raggiungere lo stesso risultato dell’innovazione in esame (e pertanto “concorrenti” sul mercato). Si tratta delle analisi di assessment e di intelligenza competitiva dei brevetti (anteriorità, fattibilità e scenario tecnologico) che si possono fare attorno ad una soluzione tecnologica, a cui sia l’investitore che l’azienda (per ragioni e motivazioni contrapposte) sono interessati.

Come un Investitore Può Valutare il Valore di un Brevetto: alcuni casi pratici

Paliamo di un caso concreto, di cui celeremo il nome per ragioni d riservatezza. Si tratta di una società di investimento che opera in Italia attraverso più fondi chiusi, interessata a investire in una PMI del settore alimentare. L’asset principale della PMI era un brevetto europeo di cui era fondamentale comprendere le reali potenzialità prima di procedere. Erre Quadro ha supportato il processo di due diligence del fondo, andando a mappare soluzioni tecnologiche allo stato dell’arte, fornendo al cliente una panoramica delle alternative tecniche esistenti, classificate in base al loro livello di “pericolosità”: si sono esplicitati i concorrenti diretti ed indiretti che avrebbero potuto ostacolare la PMI, agevolando il processo di decision-making del fondo.

Similarmente, l’investitore aveva la necessità di studiare potenziali rischi e benefici di investire su una deep tech startup specializzata in algoritmi di machine learning per l’aumento della qualità del video. L’obiettivo del nostro cliente era capire il grado di libertà di produrre o vendere il prodotto che la start-up aveva, senza infrangere i diritti di proprietà industriale e, successivamente, valutarne la brevettabilità. Attraverso l’analisi di IP Assessment (e delle rivendicazioni dei brevetti) è stato possibile l’identificare le soluzioni rilevanti allo stato dell’arte, evidenziando le sovrapposizioni con la tecnologia del cliente e classificandole in base a queste informazioni. Infine, sono stati individuati i documenti brevettuali chiave, anche non pericolosi, che hanno consentito alla start-up sia di depositare il brevetto della propria soluzione sia di fornire una visione chiara delle opportunità e dei rischi legati al brevetto.

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Come una azienda in cerca di investitore può aumentare la propria attrattività

L’utilizzo delle informazioni derivanti dai brevetti nell’ambito della due diligence non è appannaggio esclusivo dell’investitore. Anche le aziende che si trovano “sotto la lente” del processo di due diligence possono ricavare informazioni preziose dal mondo dei brevetti al fine di posizionarsi meglio ed accrescere il proprio valore economico “pre-money”.

Uno dei casi recenti in cui un’azienda ha usato le analisi di Erre Quadro di landscaping tecnologico sui brevetti ha riguardato un’azienda proprietaria di tecnologie in ambito di robotica biomedicale. In particolare, l’azienda deteneva dei brevetti sul sistema di sensoristica e analisi del segnale per il posizionamento del robot nel contesto ambientale circostante (omettiamo maggiori dettagli per riservatezza delle informazioni del cliente). L’obiettivo dell’azienda era dimostrare ai potenziali investitori il pieno valore delle tecnologie sviluppate, offrendo un’analisi dettagliata di tutte le possibili applicazioni delle stesse al di fuori dell’ambito biomedicale. Il business plan dell’azienda avrebbe dovuto contenere, la lista di tutti gli ambiti industriali in cui il sistema brevettato poteva trovare applicazione.

Le analisi di landscaping tecnologico di Erre Quadro hanno permesso di rintracciare tutti gli ambiti tecnologici ed i settori in cui si stavano esplorando tecnologie similari a quella brevettata dall’azienda cliente o dove i problemi tecnici risolti da quest’ultima fossero al centro della ricerca di soluzioni innovative. L’analisi ha offerto all’azienda (ed ai suoi potenziali investitori) una lista di oltre dieci ambiti applicativi differenti e talvolta molto distanti da quello in cui l’azienda operava (ad esempio, il settore gaming, dove la tecnologia brevettata in ambito biomedicale avrebbe potuto essere impiegata con successo per aiutare i dispositivi di gioco a collocarsi nella dimensione spaziale e allargare le potenzialità di intrattenimento). Un’analisi, che difficilmente avrebbe potuto essere svolta se non attraverso le informazioni contenute negli oltre 500.000 brevetti identificati come rilevanti e che ha fornito un ulteriore esempio di come il mondo del ”brevetto” possa in realtà essere strumentale e di supporto alle analisi di carattere strategico e finanziario.

Le nostre conclusioni

In questo primo articolo dedicato alla convergenza tra i brevetti e gli Istituti finanziari, abbiamo esplorato le potenzialità delle analisi brevettuali a supporto delle attività di due diligence. Ciò che si evidenzia è che i brevetti rappresentano sempre più un asset strategico ed elemento differenziante per le aziende in cerca di investitori e, nel contempo, uno strumento prezioso attraverso cui gli investitori possono fare scelte più consapevoli. La strategia finanziaria e l’innovazione si incontrano.

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